Il Giudice Guido Galli al lavoro al Tribunale di Milano
Il giudice Guido Galli durante un’escursione.
I figli Alessandra, Carla, Giuseppe, Riccardo e Paolo nel 1980, l’anno in cui il loro papà fu ucciso
Il Cardinale Martini benedice il cadavere del giudice Galli nel corridoio dell’Università Statale di Milano
La facciata del Tribunale di Milano, ove spiccano le foto dei tre martiri della Legalità; Ambrosoli, Alessandrini e Galli
Giuseppe Galli figlio di Guido
Alessandra Galli figlia del giudice Guido Galli
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L’ATTENTATO
Guido Galli era il Giudice Istruttore penale del Tribunale di Milano, quando fu ucciso nel pomeriggio del 19 marzo 1980, al termine di una sua lezione sulla legge penitenziaria , che aveva tenuto, come docente di criminologia, agli studenti della Facoltà di Giurisprudenza dell’Università Statale di Milano in via Festa del Perdono, 7. Autori del delitto furono esponenti di spicco dell’organizzazione comunista “Prima Linea”, gruppo armato dell’estrema sinistra, molto attivo nell’area milanese. Il commando di terroristi, appostato al secondo piano davanti all’Aula Magna “309”dell’Università (dedicata poi alla memoria del giurista), lo freddò con tre colpi di P38 sparati alla schiena. Il giudice Galli, colpito alla nuca, cadde nel corridoio steso per terra, con il codice aperto a meno di mezzo metro da lui. Grande fu lo sconcerto dei docenti e degli studenti accorsi nel corridoio, fra cui anche la figlia Alessandra studentessa alla Statale, che riconobbe il cadavere del padre. Si ricorda che Galli aveva disposto il rinvio a giudizio di numerosi esponenti di spicco di “Prima Linea”, a seguito della prima maxi- inchiesta sul terrorismo, iniziata nel settembre del 1978 con l’arresto di Corrado Alunni e del ritrovamento del “covo caldo e ricco di documenti sull’eversione armata” di via Negroli, a Milano. I terroristi avevano, pertanto, compreso che il giudice costituiva un ostacolo formidabile alla realizzazione dei loro disegni criminali. Galli aveva, di fatto, capito la minaccia delle formazioni minori dei gruppi armati rivoluzionari ed aveva contribuito a ridefinire il concetto di “banda armata” in termini processuali. Il comunicato di rivendicazione dell’attentato, da parte di Prima Linea, inizia così: ” Oggi 19 marzo 1980, alle ore 16 e 50, un gruppo di fuoco dell”organizzazione comunista PL ha giustiziato con tre colpi di pistola calibro 38 SPL, il giudice Guido Galli dell’ufficio istruzione del Tribunale di Milano. Galli appartiene alla frazione riformista e garantisca della magistratura, impegnato in prima persona nella battaglia per ricostruire l’ufficio istruzione di Milano come centro di lavoro giudiziario efficiente, adeguato alla necessità di ristrutturazione, di nuova divisione del lavoro dell’apparato giudiziario, alla necessità di far fronte alle contraddizioni crescenti del lavoro dei magistrati di fronte alla contemporanea crescente paralisi del lavoro di produzione legislativa delle Camere.” Guido era un magistrato moderno, di idee aperte e liberali, di sicuri sentimenti democratici, che si sforzava, anzitutto, di svolgere bene il suo lavoro, in silenzio, giorno per giorno; così da assicurare il buon funzionamento della macchina giudiziaria, pur operando sempre nel pieno rispetto delle garanzie degli imputati. Era, pertanto, un magistrato aperto sul futuro, sensibile alle esigenze di adeguamento del nostro sistema processuale alla Costituzione e alle Carte internazionali sui diritti dell’uomo. Galli fu assassinato perchè, col suo atteggiamento di servizio alla causa dei valori costituzionali, non cedeva alla tentazione di una repressione cieca, alimentata dal ricorso a leggi liberticide. Il gruppo di fuoco, capitanato da Sergio Segio, Maurice Bignami, Michele Viscardi compì l’atroce delitto, che suscitò grande sdegno in tutta la città. I terroristi vedevano nei Magistrati Galli e Alessandrini (ucciso il 29 gennaio del 1979) i peggiori nemici del loro disegno eversivo. Il cadavere di Galli, mentre era disteso nel corridoio della Statale, fu benedetto dal Cardinale Carlo Maria Martini che, dal vicino Arcivescovado di Piazza Fontana, si era subito diretto, personalmente costernato, sul luogo del delitto. Al momento della sua uccisione, Galli lasciò la moglie Bianca Berizzi con ben 5 figli in giovane età.: Alessandra, Carla, Giuseppe, Paolo e Riccardo. Quel tragico 19 Marzo 1980, papà Guido ritornò a casa all’ora di pranzo per festeggiare l’onomastico del figlio Giuseppe, ma nel pomeriggio non rinunciò alla sua lezione alla Statale, a poca distanza dal Tribunale, e fu l’ appuntamento con la morte. I terroristi, che esultavano dalle gabbie dei processi, furono sconfitti sia militarmente che dalla coscienza civile del popolo italiano. La lotta armata fu spazzata via, grazie anche al fenomeno del pentitismo, iniziato nel 1980 con la collaborazione di Patrizio Peci, uno dei capi storici delle Brigate rosse e di Roberto Sandalo un esponente importante di Prima Linea e di tanti altri pentiti e dissociati.
Antonio Iosa
Coordinatore Lombardo AIVITER
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vittime del terrorismo e dell’eversione contro l’ordinamento costituzionale dello stato
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